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Dante, padre della lingua e della poesia italiana, scelse e plasmò il volgare, una lingua insieme ricca e densa, bassa ma capace di salire dall'Inferno fino all'indicibile del Paradiso. Mentre lavoravo all'Umana farsa mi convincevo sul campo che la sua metrica è capace ancora oggi di esprimere temi e sentire contemporanei (lo dimostrano già, senza che serva il mio apporto, illustri esempi della nostra poesia recente).